Il PitBull e l’alimentazione

Il PitBull e l’alimentazione

Aprile 28, 2020 Off Di Nicola Cibelli

Specifica conformazione fisica.

Lo scopo originale per cui nacque il PitBull era quello di avere un cane molto agile nei combattimenti, ancora di più dei Bulldog ( vedi l’articolo: la storia del PitBull, prima e seconda parte) e per questo si decise di incrociare questa razza con alcuni tipi di Terrier.
Il Pitbull quindi ha una conformazione robusta e un buon sviluppo muscolare, per questo ha bisogno di livelli medi di proteine e più alti rispetto ad altre razze di cani. D’altra parte, l’alimentazione di questa razza dovrebbe anche essere attenta a prevenire problemi articolari, essendo questa una delle loro malattie genetiche più frequenti. Queste caratteristiche sono simili a quelle di altre razze, come ad esempio l’American Staffordshire Terrier (con cui condivide la stessa origine) o lo Staffordshire Bull Terrier ( di stazza più piccola ), per cui l’alimentazione di queste razze può seguire la stessa linea di principi.

Alimentazione nei primi mesi di vita.

Come per altre razze, il PitBull fino a circa il primo/secondo mese di vita, si alimenta di latte materno. In seguito si potrebbe cominciare a dargli una parte di alimenti solidi, passando alle crocchette specifiche per cuccioli/puppy e le cui porzioni, cambieranno in base al peso e alla frequenza dei pasti. L’alimentazione su richiesta, conosciuta anche come ad libitum, implica tenere la ciotola del cane sempre piena, non è una cattiva scelta in fase “puppy” per i nostri PitBull, poiché è preferibile che mangino molto piuttosto che soffrano di carenza alimentare in una fase della crescita così delicata. In aggiunta: se per qualche motivo non è stato possibile finire il ciclo dello svezzamento, si raccomanda di dare latte materno specifico per cani che è un tipo di latte formulato appositamente per la specie canina ed è molto consigliabile rispetto al concentrato latte di mucca o di capra.

Passaggio al secco verso l’età adulta.

Nel passaggio dal latte materno al secco, o alimento umido, specifico per cuccioli, bisogna controllare la reazione del cucciolo stesso, facendo attenzione a non forzarlo. All’inizio può essere utile bagnare il cibo secco con acqua o brodo (senza né cipolla né sale) perché sia più appetibile e di più facile masticazione, anche se tutto ciò solitamente non è necessario. Dopo l’anno di vita, ad inizio età adulta, il PitBull dovrà mangiare delle crocchette specifiche per razze di taglia media/grande, questo perché la grandezza della crocchetta è adeguata alla grandezza dell’animale e per evitare che possa mangiare troppo rapidamente perché potrebbe arrecare danno, sia per un eventuale torsione gastrica, sia sofferenza nelle articolazioni. I cani di media taglia, o grossa, possono soffrirne. I cani adulti mangiano generalmente una volta al giorno, ma nei Pitbull consigliamo di distribuire la quantità del mangime in due volte (o addirittura tre) per evitare che ingeriscano una gran quantità di cibo in una volta sola. La quantità che si deve somministrare ad Pitbull adulto dovrebbe essere quella raccomandata dal produttore, anche se può essere tollerato un po’ più di mangime negli esemplari che fanno molta attività fisica. Per questo, controllare il livello delle proteine nelle crocchette che non deve scendere al di sotto del 25% , devono essere di facile digeribilità e provenienti da carne e non dai suoi derivati. Tutto questo lo troviamo sulle etichette delle confezioni del mangime.

In alternativa alle crocchette?

Non tutti i proprietari di un cane pensano che il mangime sia una buona opzione. Questo è dovuto al fatto che non si possono controllare del tutto la qualità e la quantità degli ingredienti. Quindi molti padroni preferiscono far seguire al proprio cane, una dieta  BARF acronimo di “Biologically Appropriate Raw Food”: cibo crudo, biologico e adattato al sistema digestivo dei cani.

In conclusione.

Che si tratti di alimentazione secca o BARF, si consiglia sempre di farsi seguire da un veterinario ed eventualmente da un nutrizionista, soprattutto nell’età di crescita e formazione del cucciolo.

Articolo a cura di Grazia Marmo