Kitbull, bene ma non benissimo
Ce lo avete segnalato in tantissimi, e a dire dalle visualizzazione che conta ad ora (12,9 Mln al momento in cui scriviamo questo articolo) è diventato subito virale. La Pixar ci ha abituati a storie tristi con il lieto fine, tutto questo punta ai nostri sentimenti per sensibilizzarci su determinati argomenti. Come gli altri corti della Pixar, Kitbull ci tocca il cuore ed indubbiamente riesce a trasmettere un messaggio forte. di seguito trovate il corto in versione integrale.
Perché non ci è piaciuto
Come detto nell’introduzione, è un bel corto e tocca il cuore, ma analizziamolo nel profondo.
1. l’immagine del Pitbull
Come spesso accade, l’immagine del pitbull proposta al pubblico, è un cane a catena, sfruttato per i combattimenti e a cui piace essere aggressivo (vedi scena del pupazzo). Ad oggi il pitbull è molto di più, continuare perciò, a portare avanti quegli aspetti è sicuramente controproducente. Come noi tutti sappiamo, il pitbull non è un cane per tutti, evidenziare quegli aspetti ad un pubblico di “neofiti” porta a farsi un idea fuorviante di questa razza.
2. Il rapporto con il gatto
Il rapporto con il gatto in se non è certo impossibile, ma di certo non è automatico e naturale come appare in Kitbull. Spesso chi ha un gatto e un pitbull in casa ci ha messo tempo e pazienza per farli convivere. Si rischia così, che chi vede questo corto e non si ferma a riflettere, prenda sotto gamba il discorso di convivenza tra due specie completamente diverse con modi e usi diversi, sopratutto nella comunicazione.
3. L’amore che trionfa su tutto
E come la più bella delle favole infine, l’amore trionfa su tutto! Un altra leggerezza da parte della Pixar a parer nostro è il finale. Passa il messaggio che anche al pitbull che viene dal mondo dei combattimenti può avere una vita in famiglia; e fino a qui tutto ok. L’errore secondo noi è la leggerezza con cui viene trattata questo aspetto. Cani che arrivano da un passato di maltrattamenti e magari anche di lotta; sono cani che hanno bisogno di lunghi percorsi educativi e riabilitativi prima di rientrare nella società e di certo non vanno lasciati scorrazzare liberi nei parchi.
Le nostre conclusioni
Qualcuno potrebbe accusarci di stare iper analizzando un corto per bambini, ma pensiamo un attimo alla situazione del Pitbull in Italia e sopratutto in America (Patria della Pixar). Quello che si rischia quindi è un effetto “Hachiko”, quando tutti corsero, sull’onda delle emozioni scatenate dal film, ad adottare un Akita (cane di per se molto impegnativo e adatto solo a veri conoscitori della razza) senza cognizione di causa. Kitbull scatena emozioni ma non vorremmo che queste emozioni creassero padroni che si interfacciano con il loro pitbull solo con la potenza dell’amore; Consapevolezza e informazione devono essere alla base di tutto.
Vorremmo che l’analisi finale dello spettatore, tenesse al centro il punto di vista del gatto, piuttosto che quello della famiglia felice. Chi si avvicina al Pitbull, non conoscendolo, può essere diffidente e spaventato, per poi scoprire un compagno leale e affidabile.