Addestramento classico
Descrivere cos’è l’addestramento classico in un articolo è molto difficile, quindi ho deciso di iniziare parlando di cosa non è. In questa prima parte, sfaterò alcuni dei più comuni miti che più spesso vengono usati contro questo approccio.
LA COERCIZIONE
Sul vocabolario c’è questo significato: Costrizione o sopraffazione tirannica, tale da escludere ogni possibilità di reazione. Quindi di preciso cosa si intende per “coercizione”? E’ intesa come una costrizione del proprietario sul cane? Come un obbligo che impone il proprietario al proprio cane? Ma allora, lo stesso guinzaglio non è coercizione? Mettere un recinto in giardino e non lasciare il cane andare dove vuole non è coercizione? Oppure si intende una sottomissione? Se c’è ancora qualcuno che pensa che l’addestramento tradizionale consista nel sottomettere il cane, è fuori strada. In passato qualcuno lavorava così, ma è impensabile non mettere in conto un’evoluzione anche in questa disciplina.
“NON VOGLIO IL CANE-ROBOT”
La mia preferita in assoluto. L’ignoranza di chi pensa che chi usa il metodo classico porti il cane a fare i bisogni in condotta sportiva con un perfetto “Fuss” mi fa sempre ridere. Ma anche qui mi sorgono spontanee diverse domande: che vuol dire “cane-robot”? Un cane che esegue i comandi è un cane-robot? Un cane che ascolta il padrone sia nello svolgimento delle discipline che nel quotidiano è un cane-robot? Quindi un robot è un cane felice di collaborare col proprio padrone?
Ma ciò che davvero mi spaventa è l’alternativa al cane robot. Mi viene facile la deduzione che chi lo offende e lo disprezza, abbia in casa un cane che non lo ascolta. E se un cane non ascolta il proprietario può cacciarsi nei guai. Avere un richiamo solido vuol dire avere la sicurezza che il nostro cane non finirà mai in mezzo alla strada e/o sotto una macchina se lo libero al parco. Poter avere un “lascia” assoluto permette al cane di non morire avvelenato da una polpetta. Avere un “seduto” o un “terra” reattivo significa avere un cane che sa stare calmo in ogni posto. E se questo è un cane-robot, allora tutti dovrebbero auspicare ad averne uno.
CONTROLLO
Il demone moderno. Usato quasi come una parolaccia da tutti coloro che non capiscono che controllo=libertà. Sembra un ossimoro ma è così. Avere il cane che risponde ai comandi, che non prende iniziative pericolose per lui o terzi, ci permette di concedergli la libertà. La vera libertà non può non prescindere dalla sicurezza di tutti, altrimenti diventa incoscienza. Avere un cane sotto controllo fa si che possa venire con noi ovunque, in qualsiasi situazione perché saremo sicuri che non recherà danni a nessuno. Portare in giro un cane che, al contrario, non è sotto controllo lo rende potenzialmente pericoloso e rende il padrone un irresponsabile. Qui la citazione è calzante: “la potenza è niente senza il controllo”.
IL COLLARE A STROZZO FA MALE AL CANE
Ho sentito patologie derivate dall’uso del collare a scorrimento che neanche sapevo esistessero. Potrei scrivere un poema su questo paragrafo, ma la realtà è molto semplice: non esiste uno studio scientifico che confermi questa tesi. Esistono delle pubblicazioni, che vengono spesso sbandierate da chi lavora in modo diverso, ma niente di scientifico.
Esistono anche pubblicazioni che dicono che la Terra è piatta, ma la scienza ci dice il contrario. La scienza ci dice che, se usato nel modo corretto, il collare a scorrimento non solo non è dannoso, ma è lo strumento di comunicazione più vicino alla natura del cane e quindi da lui più facilmente comprensibile. Se questo non fosse sufficiente, è anche lo strumento in assoluto più sicuro e “anti fuga” che possiamo scegliere. Allo stesso tempo, è sbagliato pensare che senza quello non ci sia addestramento classico, ogni addestratore valuta lo strumento migliore da utilizzare per il soggetto che ha davanti. Personalmente mi piacerebbe farlo senza essere (ingiustamente) accusata di maltrattamento.
PRIME CONCLUSIONI
Questo articolo non vuole essere un’accusa verso nessuno, ma vuole essere un invito alla riflessione. Ad aprire la mente. A porsi delle domande. Tu, che stai leggendo, pensaci. Forma un’opinione consapevole, basata su informazioni che vengono da entrambe le “parti”; non ascoltare una sola campana. Ma soprattutto, non giudicare chi non conosci, non giudicare un metodo che non hai mai visto personalmente e non pensare male di una categoria solo perché ne hai conosciuto un esponente incompetente. Che gli incompetenti sono ovunque. Perché alla fine, ciò che determina chi lavora bene e chi lavora meno bene è una “cosa” sola, la stessa che ci accomuna anche su questa pagina: il cane. Quando si parla di addestramento, mettete sempre lui davanti a tutto, non lasciatevi intortare dai vostri pregiudizi ma date ragione a lui, che di pregiudizi non ne avrà mai.