MCKCI- Intervista a Nunzio Di stefano
Molti non badano a cose come il pedigree, e diciamocelo chiaramente, non serve certo un “pezzo di carta” per voler bene al nostro Pit . Altri lo ritengono solo un modo per giustificare la richiesta di denaro all’acquisto di un cucciolo, ma questa è un idea sbagliata. Cosa c’è dietro quel “pezzo di carta” ? Perchè rinunciare a quel semplice attestato è rischioso ed alimenta il mercato dello sfruttamento? lo abbiamo chiesto a Nunzio Di Stefano.
Chi è Nunzio Di stefano ?
Nunzio Di stefano, presidente del Middle Central Kennel Club of Italy MCKCI dal 2013 anno della sua fondazione. Nunzio è nel mondo dell’allevamento da circa 25 anni e se si vogliono avere informazioni sul mondo dell’allevamento e di come è cambiato in questi anni è sicuramente tra le persone che ne sanno di più in Italia. All’evento di Bologna organizzato dal suo club abbiamo avuto modo di intervistarlo e farci due chiacchiere su questo mondo. Di seguito l’intervista.
L’intervista
Nunzio grazie per la tua disponibilità, cominciamo con le domande:
Il pedigree cosa certifica ?
Il pedigree è la carta d’identità del cane, certifica tutta la storia del cane. Il suo albero genealogico, Ci dice quali sono i suoi antenati. Grazie a questo si può sapere che cane abbiamo di fronte, conoscendo la sua storia è possibile sapere quali saranno gli aspetti morfologici e caratteriali che svilupperà e quali saranno le attività per le quali sarò portato e quali invece non saranno nelle sue corde. In base al’ pedigree un allevatore serio e professionale sa decidere addirittura a chi affidare il cane.
Da quando hai iniziato com’è cambiato il pitbull e il mondo dell’allevamento e su questo quanto influiscono le cucciolate fatte a casa dai cosiddetti “Cagnari” ?
Sono in questo mondo da 25 anni, da allora i cambiamenti sono stati tanti. All’inizio il pitbull era un cane elitario, ora grazie ai cosiddetti “Cagnari” che accoppiano cani senza un progetto e alle tantissime associazioni amatoriali, che rilasciano attestati e riconoscimenti senza avere le competenze adeguate, tutto è andato un po’ in malora.
Il fatto che tanti fanno cucciolate in casa e che poi questi cani vengano praticamente regalati a persone che non ne capiscono il valore e la storia, contribuisce certo alla perdita degli standard di razza, ma sopratutto purtroppo all’abbandono. Chi prende un cucciolo a 50€ da un “cagnaro” non dà valore alla vita del cane e alla sua storia. Spesso quindi chi prende un cane non compie un azione ragionata e consapevole, è per questo che molti quando incontrerà le prime difficoltà di gestione, cosa alla quale non erano stati preparati da chi glielo affida, si sentono in diritto di legarlo ad un palo e abbandonarlo.
Cosa sono e cosa ne pensi delle prime registrazioni?
Io sono fortemente contrario alle prime registrazioni, la genealogia di un cane è importante , mentre con questa pratica ce ne disinteressiamo totalmente. Un cane che ha l’aspetto di un pitbull non è necessariamente un pitbull. Gli standard estetici non sono tutto, con una prima registrazione immettiamo nella selezione della razza tratti caratteriali ignoti e potenzialmente pericolosi. In questo modo è come invogliare a fare “Cazzate”. Chiunque così può prendere uno/due cani fare la prima registrazione ed iniziare ad allevare cani potenzialmente squilibrati, senza uno scopo o un progetto in mente. Quegli stessi cani che poi troviamo sui giornali quando aggrediscono qualcuno, quegli stessi cani che troviamo in canile perché affidati a proprietari non in grado di gestirli.
Chi visita il vostro sito internet però troverà la possibilità di fare una prima registrazione, perché ?
Io nel mio club avevo abolito fin da subito le prime registrazioni, e per tutto il primo anno sul sito capeggiava la scritta STOP ALLE PRIME REGISTRAZIONI. Purtroppo faccio capo all’ UKC che si è imposta su questo argomento. Sono stato formalmente richiamato a riaprire alle prime registrazioni direttamente dagli stati uniti. Essendo noi un club affiliato siamo costretti a sottostare alle loro regole, l’unica alternativa sarebbe stata quella di declassarci a club amatoriale andando ad infoltire la schiera di associazioni che non hanno nessuna credibilità. Come vedete quindi il problema viene dalla radice, noi non possiamo fare altro che tenere aperte le prime registrazioni, tenendo gli standard di queste ultime i più alti possibili.
Gli allevatori di una certa importanza quindi non fanno prime registrazioni e non mettono in riproduzione cani con una prima registrazione?
Mi mette tristezza ammetterlo, ma qualcuno lo fa’. Purtroppo anche allevatori con nomi importanti sono andati a mettere in riproduzione con dei loro campioni, cani di prima registrazione, magari solo per i tratti estetici del “prima registrazione” erano desiderabili. Questo comportamento è sbagliatissimo,chi è dell’ambiente lo sa’, per una selezione accurata si devono avere dati certi al meno sulle 4 generazioni precedenti. Questo comportamento inoltre essendo attuato da allevatori di una certa fama nel panorama italiano, invoglia altri a ripeterlo, per il principio “se lo fa lui allora è cosa giusta“.
Cosa contraddistingue gli allevatori che fanno parte del vostro club?
Posso dire che nel nostro club siamo arrivati ad avere solo allevatori con standard elevati sia dal punto di vista etico che professionale. Non era così all’inizio ma siamo riusciti nel tempo a praticare una selezione fisiologica. Ci distinguiamo oggi per la qualità, e non lo dico io ma i numeri e i titoli.
Ringraziamo Nunzio Di stefano per il suo tempo e la sua competenza.
Domani l’intervista a Grazia Marmo